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Come vede il mondo un animale? A svelarlo è un software

Come vede il mondo un animale? A svelarlo è un software

Tutti gli animali vedono e percepiscono l’ambiente circostante in modo differente rispetto all’uomo. Un software gratuito e open-source QCPA (Quantitative Colour Pattern Analysis) Framework è possibile scoprirlo. Quella che è la “normale” visione a cui siamo abituati noi è completamente differente dalla loro, tutte risultanti da millenni di evoluzione e adattamento.

Il software QCPA

Ecco quindi l’idea di progettare un software in grado di modificare le immagini scattate con il proprio telefono per renderle uguali alla visione dei vari animali. I due creatori, lo “scienziato, fotografo e creatore”, come si definisce sul suo sito, Jolyon Troscianko e Cedric van der Berg, dottorando all’Università del Queensland, hanno chiamato il loro progetto QCPA (Quantitative Colour Pattern Analysis) e lo hanno reso disponibile gratuitamente sul loro sito.

Van den Berg ha spiegato a Vice che grazie alle intelligenze artificiali e al deep learning è oggi molto più semplice comprendere a quale stimolo evolutivo è dovuto il sistema neurale che differenzia la percezione del mondo negli animali da quella degli umani.

Prima del 2015, quando è iniziato lo sviluppo, c’erano già altri progetti simili basati su sistemi troppo avanzati per essere accessibili alla popolazione. Troscianko e van der Berg hanno, invece, capito che anche le foto effettuate con lo smartphone potevano essere una buona base di partenza.
Il “micaToolbox” raccoglie tutte queste tecniche già sviluppate adattandole all’uso più comune.

Un software per la biologia

Van der Berg spiega a Vice: “Il grosso del lavoro del software riguarda l’analisi dei pattern cromatici nello spazio”, aggiungendo poi come questi pattern siano utili a comprendere i meccanismi neurali animali. Ad oggi, infatti, l’utilizzo principale del loro programma è nel campo biologico e entomologico fornendo un aiuto a capire la percezione di alcune specie.

I creatori sperano, però, che anche le persone “normali” inizino ad interessarsi al loro lavoro, creando nuove possibilità di applicazioni in campo scientifico.