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Lavare i panni: perché si utilizza l’espressione “Fare il bucato”?

Lavare i panni: perché si utilizza l’espressione “Fare il bucato”?

Fare il bucato è un’espressione d’uso comune che sta ad indicare l’azione di lavare i panni. Ma perché si dice proprio così? La domanda è legittima dal momento che non ci si riferisce a nulla di bucato o forato. O forse no. Siamo andati alla ricerca delle origini di questo modo di dire ed abbiamo scoperto qualcosa di davvero interessante.

Cosa significa “fare il bucato”

Per rispondere a questa curiosità siamo arrivati a scomodare persino l’enciclopedia Treccani. Secondo l’autorevole presidio della lingua italiana, il termine ‘bucato’ per indicare i panni da lavare trova le sue radici nel verbo germanico ‘bukon’, diventato il sostantivo latino ‘bucata’ prima, e ‘bucato’ in italiano poi. Già in un documento notarile scritto in volgare ligure della fine del XII secolo, era presente la parola ‘buada’ per indicare l’odierno bucato. 

Ma esattamente cosa significava la parola ‘bukon’? Letteralmente: ‘lavare i panni con la lisciva’. Nel Medioevo infatti i panni venivano lavati in un recipiente in legno o terracotta chiamato lisciva o ranno. Dopo averlo riempito degli abiti sporchi, veniva ricoperto di un telo bucherellato detto ceneraccio. A quel punto vi veniva versata sopra della cenere di legno e dell’acqua calda. Il telo bucato lasciava che la cenere filtrasse gradualmente sui panni e, dopo un periodo di ammollo, il bucato veniva sciacquato nelle fontane.

Fare il bucato: come si dice nel resto del mondo?

L’espressione ‘fare il bucato’ si è diffusa anche nella penisola iberica, in tempi più moderni, in tutti i territori conquistati dagli spagnoli. Essa infatti si usa sia in castigliano ‘hacer la colada’, che in catalano ‘fer la bugada’. 

In inglese, francese e tedesco l’espressione trova il suo corrispettivo in ‘fare il lavaggio’ ovvero todo the washing, faire le lesive e die Wäsche waschen. Infine, in portoghese, si utilizza il modo di dire ‘lavar a ruopa’, letteralmente ‘lavare i vestiti’.

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